Biografia Tamara Stefanini

T A M A R A   S T E F A N I N I   – Milano,  1962.  

 Studi: Liceo artistico e di grafica a Milano.

 

 La ricerca artistica di T. si caratterizza per una raffinata fusione di elementi naturali e dimensioni oniriche,

 dando vita a opere che invitano lo spettatore a esplorare un universo visivo straordinario, la scelta del paesaggio come soggetto centrale è una scelta deliberata: attraverso di esso, esprime emozioni profonde, trasformando il suo ambiente in riflessi delle esperienze interiori.

 

 

I suoi lavori creano un ponte tra realtà e sogno, affrontando temi di fragilità e resilienza. Utilizza forme e colori con una limpidezza e sincerità che evocano sensazioni di vulnerabilità e forza. Gli alberi rossi, ad esempio, diventano simboli di vita e stabilità, protagonisti di una narrazione visiva che esplora la resilienza della natura. 

 

 

T.  invita a riflettere sull’equilibrio delicato tra l’ambiente naturale e la società umana, mettendo in luce la fragilità di questo legame.

Nei suoi paesaggi boschivi, l’artista sottolinea la differenza tra il concetto umano di ordine e quello della natura. Il bosco si presenta come uno spazio magico e primordiale, che al contempo attrae e inquieta, nutre e priva, conforta e minaccia.

 

 

Questo luogo d’ombra si configura come il palcoscenico ideale per esperienze iniziatiche e rappresentazioni fiabesche, contrastando la terra edificata e controllata dall’uomo. In questo contesto, le regole umane perdono significato di fronte al “caos” naturale. Cosi l’artista invita il fruitore dell’opera a perdersi in un ambiente che sfida le convenzioni e le regole; Il bosco si trasforma in un luogo di scoperta, dove il caos e l’armonia coesistono, e dove la percezione si amplifica, permettendo di esplorare un equilibrio diverso, primordiale e misterioso.

 

 

La miniaturizzazione delle case sugli alberi si trasforma così in un atto poetico che invita alla riflessione; 

queste strutture minuscole, sospese tra terra e cielo, rappresentano non solo il desiderio di un rifugio sicuro, ma anche la fragilità delle nostre aspirazioni. L’artista, attraverso questa scelta iconografica, riesce a catturare l’essenza del nostro bisogno di connessione con la natura, mentre al contempo mette in luce le difficoltà della vita moderna.

 

Gli alberi, dalle loro radici profonde e i rami che si estendono verso l’alto, simboleggiano un equilibrio tra stabilità e aspirazione. Essi ci ricordano che, nonostante le sfide quotidiane, esiste sempre un luogo di rifugio e una possibilità di crescita. Le case sugli alberi, quindi, diventano metafore di un ideale di vita, un sogno di serenità che contrasta con le immagini di abbandono e trascuratezza.

 

Sospese tra il cielo e la terra, rappresentano un rifugio unico, un luogo dove il sogno si mescola alla realtà. Questi spazi incantati evocano un senso di libertà e avventura, permettendo di osservare il mondo da una prospettiva inedita. La loro posizione elevata ci invita a distaccarci dalla frenesia quotidiana e a riscoprire la bellezza della natura circostante.

 

 

Questo passaggio evoca un’immagine poetica e profonda, in cui l’artista utilizza la miniaturizzazione delle case per rappresentare il desiderio umano di sicurezza e stabilità; collocando queste case sugli alberi suggerisce un’idea di protezione e rifugio, come se la natura stessa si prendesse cura delle nostre necessità più fondamentali.

 

 

In questo gioco di contrasti, l’artista ci invita a esplorare non solo la bellezza della natura, ma anche le cicatrici che l’umanità ha inflitto su di essa. La nostalgia per un passato più semplice si intreccia con la speranza di un futuro migliore, richiamando a una responsabilità collettiva nei confronti del nostro ambiente e della nostra società. Così, l’opera diventa un invito a riflettere su come possiamo ridefinire il nostro rapporto con il mondo che ci circonda, cercando sempre un equilibrio tra il desiderio di sicurezza e la necessità di innovazione e cambiamento.